Dall’aeroporto di Salerno a Budapest: il fascino del Danubio in due giorni COPERTINA PRIMO PIANO VIAGGI di Antonella Dell'Orto Scritto giovedì, 16 Gennaio, 2025 17:45 Salerno Budapest andata e ritorno. Dall’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi La partenza da Pontecagnano, aeroporto Salerno Costa d’Amalfi Con l’entrata in funzione dell’aeroporto di Salerno Costa d’Amalfi ci fa sentire più cittadini europei. Oggi un giovane, ma anche un meno giovane, della nostra provincia, potrà prendere un volo low cost e fare un salto nel cuore dell’Europa. È quello che abbiamo fatto noi con un gruppo – di quelli coordinati da mia sorella Giusy – e così nel periodo dei mercatini di Natale non abbiamo perso l’occasione. C’è un volo molto comodo con partenza il lunedì alle 13,30 e ritorno il mercoledì alle 16, praticamente due giorni pieni. Il vantaggio di avere un aeroporto vicino è innegabile, lo raggiungi facilmente e risparmi in tempo e in soldi. Budapest, lungo le rive del Danubio La meta prescelta è stata così Budapest, capitale dell’Ungheria, città affascinante che si estende lungo le rive del Danubio, unendo storia, cultura e modernità. Nel quartiere ebraico Arrivati alle 15,30 a Budapest abbiamo raggiunto l’albergo utilizzando un trasporto privato (prenotato su booking). Era necessario per noi perché eravamo un gruppo numeroso, altrimenti si può arrivare in centro con un autobus di linea. Il nostro era un Apart hotel nel quartiere ebraico, nei pressi della Sinagoga, praticamente in centro, da consigliare con i suoi appartamenti attrezzati di tutto, e molto confortevoli, affacciati sulla pista di ghiaccio del centro e dal quale ci siamo poi spostati sempre a piedi per visitare tutto il centro storico. Il quartiere ebraico a Pest Alle 19,30 crociera sul Danubio per ammirare la vista sul Parlamento e su Buda con il suo palazzo Reale, la chiesa di San Mattia e il Bastione dei Pescatori, quando di sera si illuminano, sono un vero spettacolo. Al rientro non è mancata la passeggiata nella “fashion street” di Budapest (Via Deak Ferenc, che collega la Piazza Deak con la Piazza Vorosmarty) e ai mercatini di Natale con le sue specialità (un po’ troppo care, attenti). Dai fragranti lángos alle dolci spirali di kürt?skalács, ogni angolo dei mercatini è un invito a scoprire la tradizione culinaria locale. Il dolce tipico Ungherese, kürt?skalács “Sfumature di Budapest” Il secondo giorno appuntamento con Mattía di Sfumature di Budapest, un’associazione che propone visite guidate in italiano. Avvalersi di una guida é sempre utile, in questo caso poi Mattia è stato molto bravo e paziente ed essendo lui stesso ungherese ci ha dato anche tante indicazioni sulla storia di origine dell’Ungheria e sul carattere indomabile di questo popolo di condottieri che dalle terre degli Urali si stabilirono nel Bacino dei Carpazi e che nel corso dei secoli hanno subito diverse dominazioni dai Romani ai Turchi, diventando poi parte dell’impero Austro Ungarico fino a conquistare la completa autonomia solo nel 1989. Oggi l’Ungheria è membro della Nato e dal 2004 dell’Unione Europea. Tutta la sua storia la ritroviamo nei monumenti che si visitano nel suo centro storico tra la Cattedrale di Santo Stefano, il Parlamento, il Teatro dell’Opera, il Bastione dei Pescatori attraversando uno dei ponti sul Danubio – il Ponte delle Catene – che separa Buda da Pest. New York Café, Budapest Un salto al caffè storico, tra i più belli al mondo, il New York Café, è d’obbligo. Accolti dalle note di un violino zigano, ci si può accomodare e sorseggiare una cioccolata calda oppure il goulash, entrambi corroboranti per affrontare il freddo del periodo natalizio. I Ruin Bar Dopo cena poi un passaggio nei “ruin bar” non può mancare. Szimpla Kert è stato il primo ed è il più famoso. Questi “bar in rovina” si trovano nel quartiere ebraico, ricavati in edifici in rovina con creatività e fantasia, spesso riutilizzando oggetti di recupero, sono diventati dei locali artistici dove un fiume di giovani la sera si riversa per chiacchierare, sorseggiare una birra, ascoltare musica, guardare un film, insomma un’atmosfera pazzesca che bisogna assolutamente andare a respirare. Una parte dell’interno di un “ruin bar”, il Szimpla Kert, Budapest L’acquisto del souvenir chiude ogni viaggio, immancabile il “sacchettino paprika ungherese”, di qualità eccezionale é la paprika usata in molti piatti. Non è piccante ma ha un aroma fruttato, ideale per insaporire il gulash che non mancheremo di sperimentare al nostro rientro in Italia. P. S. Non si può non dire che Budapest è la città delle terme, noi in questa occasione non ci siamo state, visti i tempi ristretti, ma se vi capita andateci, ne vale la pena, anche in pieno inverno! Enzo Sellerio, lo sguardo di un fotografo su una Sicilia in trasformazione Dalla Costiera a Lefkada: l’Erasmus che unisce volontari e culture Autore Antonella Dell'Orto Biologa e contadina. E tanto altro ancora. Visualizza tutti gli articoli