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Brucoli, “destabilizza contesto lavorativo”: declassato sindacalista carcere

AUGUSTA – “In particolare si è contraddistinto per un atteggiamento di destabilizzazione del contesto lavorativo”. Quello che per un buon rappresentante dei lavoratori costituisce prerogativa essenziale – se il giudizio arriva dal datore di lavoro – al carcere di Brucoli diventa invece un forte handicap per la carriera nella pubblica amministrazione. Il 30 settembre i sindacati della Polizia penitenziaria sono insorti contro la direzione di Piano Ippolito, quando a un esponente nazionale del Sippe è stata recapitata una “classifica negativa di rendimento”. Il “sindacalista più grintoso” nella Casa di reclusione si è visto infatti notificare fino a casa, addirittura con un’auto di servizio, una “valutazione annuale” sfavorevole per il 2020. Nella quale si contesta a Sebastiano Bongiovanni “una notevole flessione nel rendimento complessivo”, oltre ad aver “mostrato di non essere idoneo a svolgere funzioni superiori”. Un giudizio sorprendente, considerato che a marzo 2021 ha poi superato il concorso per vice sovrintendente. All’irriducibile delle trattative aziendali è stata persino imputata una presunta “scarsa qualità morale”, dai contorni rimasti però indefiniti. Per Sinappe, Uspp, Fns-Cisl, Cnpp e Cgil Funzione pubblica ce n’è abbastanza per scrivere alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e denunciare il “gravissimo attacco alla libertà sindacale“.

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Sindacati polizia penitenziaria: direzione colpisce nostri rappresentanti che denunciano carenze.

“La direzione della Casa reclusione di Augusta non più capace di fronteggiare democraticamente le rimostranze, reagisce attaccando frontalmente e singolarmente tutti quei rappresentanti sindacali che con le loro denunce, hanno messo in evidenza tutte le carenze organizzative“, affermano le segreterie dei coordinamenti provinciali di categoria. “Cosa si devono aspettare i sindacalisti, che nel rispetto e nel diritto delle loro funzioni esprimono il loro disappunto”, si interrogano nella lettera. Nella quale “chiedono un urgentissimo incontro unilaterale con il Provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Regione Sicilia“. I sindacati parlano di segnale intimidatorio forte ed inusuale: distruggere la carriera del rappresentante sindacale“. Il presidente nazionale del Sippe, Alessandro De Pasquale, spiega che “se si abbassa la valutazione di 2 o 3 punti all’anno, si può arrivare pure alla dispensa dal servizio”. In pratica è il licenziamento, che in questo caso penderebbe come una minaccia “su un dirigente molto attivo nel territorio, per cercare di acquietarlo”.

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“Scarse qualità morali” contestate al loro dirigente Bongiovanni. il Sippe: con quali motivazioni?

al centro, Nello Bongiovanni coi colleghi sindacalisti durante le proteste davanti il carcere di Brucoli.
copertina, uno dei numerosi sit in della Polizia penitenziaria per le condizioni della Casa di reclusione.

Sinappe, Uspp, Cisl, Cnpp e Cgil si chiedono “fin dove si spingerà la direzione, per silenziare le organizzazioni sindacali che in questo momento storico sono in aperto conflitto con essa”. Il Sippe si domanda pure su quale base si sostiene la scarsa qualità moraledel suo dirigente, considerato che non ha subito sanzioni disciplinari. Bongiovanni ha già presentato istanza di accesso agli atti, per verificare “l’iter logico giuridico” che ha portato a valutazioni così pesanti. Che la lettera inviata a Cartabia dalle organizzazioni di categoria giudica “gravissime, opinabili e lesive della dignità personale del dipendente”. Il Sippe ha da ridire pure sulle modalità usate per la notifica al suo dirigente. “Non si è mai visto l’impiego di una macchina di servizio polizia penitenziaria e di un autista, per notificare un ‘rapporto informativo’ a un dipendente. Il rapporto informativo sarebbe stato anche notificato in busta aperta con grave pregiudizio alla riservatezza dei dati sensibili riportati nel giudizio stesso”, racconta il segretario generale Carmine Olanda in una sua lettera. Fra l’altro questa consegna così muscolare è giunta al vice sovrintendente mentre era in “aspettativa speciale”, perché impegnato nella campagna elettorale a Sortino. Dove è in corsa con Alleanza democratica, lista a sostegno del candidato sindaco Carlo Auteri. Per partecipare alle comunali sortinesi si era dimesso da consigliere di Cassaro, dove era capogruppo di Riva destra. Ora affronta il giudizio degli elettori coi dubbi sulla sua “moralità”, avanzati dai superiori senza ulteriori spiegazioni.

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Di Pasquale: chiesto accesso atti, se non c’è nulla pronti a denuncia per condotta antisindacale.

Al ricorso gerarchico di Bongiovanni, che un flop elettorale farebbe probabilmente accompagnare da altre rivendicazioni più incisive, potrebbe inoltre affiancarsi un’iniziativa da parte del suo stesso sindacato di appartenenza. De Pasquale annuncia che “se dai documenti richiesti dal nostro sindacalista non emergeranno elementi oggettivi, come crediamo, faremo valere la condotta antisindacale nelle sedi opportune”. Un passo al quale potrebbero associarsi le altre sigle. “Stanno infatti mettendo sotto pressione anche altri dirigenti sindacali”, dice il presidente nazionale del Sindacato polizia penitenziaria. Il segretario generale, da parte sua fa sapere al Dap che “negli ultimi tempi dirigenti sindacali sarebbero destinatari di procedimenti disciplinari, di giudizi negativi nei rapporti informativi, di attenzioni particolari al limite del mobbing. Spiace doverlo dire, ma le relazioni sindacali presso il penitenziario di Augusta possono considerarsi concluse”, avverte Olanda.

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Sinappe, Uspp, Cnpp, Cisl e Cgil: rapporti disciplinari pure a firmatari di note sindacali sgradite.

Il clima al carcere di Brucoli si è andata deteriorando nel giro di due anni, quando allo “storico” direttore Antonio Gelardi è subentrata Angela Lantieri. I sindacati hanno cominciato a puntare i piedi sulle molte carenze, soprattutto in termini di personale, che si sono acuite per le restrizioni imposte dal Covid. Fra sovraffollamento, aggressioni agli agenti, proteste dei detenuti (e una scottante inchiesta penale che ha coinvolto qualche dirigente sindacale), la situazione è descritta dalle organizzazioni di categoria come potenzialmente esplosiva. Anche se una recente ispezione del senatore renziano Davide Faraone ha trovato relativa tranquillità nei bracci di reclusione, pur in presenza di gravi problematiche. Non sempre le varie sigle hanno agito all’unisono, con proteste clamorose come i sit in davanti i cancelli di Piano Ippolito. Ma ora sembrano fare fronte comune. “Questa Direzione non accetta coloro che non ne condividono le idee sull’organizzazione del lavoro; già si era visto con i rapporti disciplinari che furono esperiti nei confronti di alcuni rappresentanti sindacali, la cui unica colpa era stata l’aver sottoscritto una nota sindacale che non piacque”, scrivono Sinappe, Uspp, Cisl, Cnpp e Cgil. Il Sippe allarga la critica allo stesso Provveditorato regionale, scrivendo che “l’intervento del Prap è ormai inevitabile, per scongiurare l’ulteriore crisi delle relazioni sindacali a livello locale”. Il segretario generale Olanda polemizza:“I nostri rappresentanti sindacali hanno paura per la loro carriera e nonostante le molte denunce fatte anche da altre organizzazioni sindacali, l’amministrazione penitenziaria regionale sembra non agire in concreto, limitandosi a chiedere notizie alla stessa Direzione che ovviamente non si auto-accuserà”.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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