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Augusta taglia alberi e pianta centri commerciali, ora tocca alla villa

AUGUSTA – “Dieci ficus ultra secolari pronti a essere sradicati dai giardini pubblici: l’amministrazione comunale di Augusta abbatte alberi e pianta centri commerciali”. Partito democratico e 5 Stelle fanno scoppiare un altro caso sulla gestione del verde pubblico a colpi di motosega, proprio quando la Giornata nazionale degli alberi quest’anno si focalizza sulla riduzione del rischio malattie fra i cittadini più a contatto con le piante. La nuova polemica sull’approccio ambientale della sindacatura Fratelli d’italia investe l’ampliamento di via Colombo, che cancellerà un pezzo della villa concepita a fine Ottocento. Un progetto da 122 mila euro che la Soprintendenza ha già chiesto di modificare, per preservare lo storico patrimonio arboreo. Ma che agli atti del Comune, secondo la documentazione richiesta dall’opposizione, risulta non essere stato cambiato. I lavori sono così diventati oggetto di una interrogazione urgente firmata dai consiglieri Pd, Giancarlo Triberio e Milena Contento, insieme ai pentastellati Roberta Suppo e Uccio Blanco. Ne hanno dato notizia con un comunicato diffuso il 21 novembre, dove contestano al sindaco Giuseppe Di Mare “il cortocircuito tra le politiche dell’amministrazione, come l’aumento delle autorizzazioni per nuovi dehors con occupazione del suolo pubblico, a scapito di parcheggi e spazi verdi nel centro storico”.

Interrogazione urgente da Pd e 5 Stelle sui 10 ficus da abbattere per allagare la strada col dehors.

Nei cento metri di viali da smantellare, infatti, ci sono quelli necessari a recuperare lo spazio sottratto alla carreggiata da un parcheggio all’angolo con via Megara. Recentemente ridisegnato per la sosta a spina di pesce, ha reso difficoltosa la manovra in uscita dalla villa e incrementato la capienza solo di pochi posti auto, peraltro subito occupati interamente dai tavolini di una gelateria. Il resto dell’allargamento di due metri in via Colombo, servirà a istituire il doppio senso di marcia per agevolare l’accesso al viadotto Federico secondo. Nonostante il progetto originario del ponte sul golfo Xifonio prevedeva una rampa dedicata per il deflusso dall’isola, attraverso il consolidamento della litoranea alle Grazie, che ora sarà sostanzialmente a servizio esclusivo del porticciolo turistico. “L’abbattimento di questi alberi per ragioni legate alla sicurezza stradale appare pretestuoso”, denunciano democratici e pentastellati. Che contestano pure la decisione approvata in solitudine dalla giunta di centrodestra, senza passare da un dibattito consiliare. Considerato che “questi alberi, parte della villa del 1850 e ampliata nel 1891, rappresentano un patrimonio culturale, storico e ambientale di inestimabile valore”.

Comune taglia la piante secolari, non le sposta perché antieconomico: alt da Soprintendenza.

I quattro dell’opposizione parlano dell’esistenza di “soluzioni alternative che consentirebbero di preservare questi monumenti viventi, il cui valore non può essere sostituito semplicemente piantando nuovi alberi”. E denunciano “numerose anomalie nel progetto, giustificato da una relazione archeologica e agronomica eseguita da dipendenti comunali recentemente assunti”. Soprattutto a essere contestato è il nullaosta dell’agronomo al taglio delle piante secolari. Il suo rapporto ammette che “lo stato vegetativo attualmente si rileva discreto”, ma esclude “l’espianto e il reimpianto”. Perché “data l’età e la notevole taglia degli esemplari, non è detto che effettivamente l’attecchimento abbia successo nel lungo termine, rendendo quindi nulli i costi che verranno sostenuti”. La Soprintendenza però non la pensa così, concedendo l’autorizzazione paesaggistica “a condizione che gli alberi non vengano abbattuti, ma se ne preveda la ripiantumazione previa un’opportuna valutazione dello stato di salute e un’adeguata potatura”. In sostanza piantare ex novo “4 Olea europea, 3 Ceratonia siliqua e 3 Lauro nobilis”, non è la stessa cosa che sradicare 10 esemplari di Ficus Benjamin vigorosi e vegeti solo per risparmiare sui costi. Una scelta a sparagnare che a questo punto sballa i conti, perché spostare uno quei giganti verdi non costerebbe affatto quanto piantare le nuove piante di olivo, alloro e carrubo previste in sostituzione.

Suppo, Blanco, Triberio e Contento: sul verde pubblico ancora un’altra piazza Mattarella.

da sinistra: Uccio Blanco, Roberta Suppo, Milena Contento, Giancarlo Triberio.
copertina: il viale della villa che salterà per allargare via Colombo.

“In un’epoca in cui la sostenibilità ambientale è centrale e strettamente connessa ai finanziamenti di rigenerazione urbana, è fondamentale che le istituzioni dimostrino un reale impegno verso la salvaguardia del patrimonio naturale“, scrivono i consiglieri Pd e 5s. Il comunicato specifica che gli alberi “non solo abbelliscono il paesaggio, ma svolgono un ruolo cruciale nell’ecosistema locale migliorando la qualità dell’aria“. E’ la stessa posizione presa insieme al coordinamento ambientalista Salvare Augusta, davanti lo scempio di piazza Mattarella. Dove una ventina di rigogliosi Ficus microcarpa sono stati spianati dalle ruspe pochi giorni fa, con un blitz all’alba per prevenire le proteste. Il sindaco ha replicato all’ondata di indignazione con una diretta social, dove promette “il triplo” degli alberi cancellati e attacca i contestatari. Riconducendo le loro denunce a semplice strumentalizzazione politica, in vista delle comunali 2025. Arrivando persino a definirli “il segno di chi è disperato elettoralmente, e spera solo nell’eliminazione fisica dell’avversario”. Eppure lo stesso Di Mare, a inizio mandato, aveva commemorato la Giornata nazionale annunciando la creazione di polmoni verdi per “migliorare la qualità della vita“. Un intento che aveva raccolto plauso unanime, insieme all’istituzione della Consulta comunale per l’ambiente

Milano costruisce il nuovo policlinico dell’archistar Boeri progettato attorno il verde terapeutico.

Alla fine del mandato, però, quell’organo consultivo con gli ambientalisti non è mai stato né consultato né convocato. E “l’intento di ampliare il verde pubblicoha preso la singolare declinazione di mettere nuovi alberi ancora tutti da attecchire, sradicando quelli esistenti già ambientati e rigogliosi. Se non addirittura fare sparire le aree di verde da riqualificare, come nel progetto che prevedeva di ricoprirle d’asfalto per ospitarci un McDonald’s, come biglietto da visita della città. Eppure, la riqualificazione urbana abbattendo i monumenti vegetali va a impattare contro tutti i più recenti orientamenti scientifici in tema di salute pubblica. “Il Roof garden del Policlinico si arricchisce del valore aggiunto legato alle potenzialità cromo-terapiche del suo paesaggio, dalle essenze cangianti nelle diverse stagioni. Al suo interno trova anche posto un giardino riabilitativo, solcato da percorsi con diversi livelli di difficoltà legate a varie tipologie di pavimentazione”. Così l’archistar Stefano Boeri descrive il progetto del nuovo ospedale di Milano. Mentre la National library of medicine, nel sito ufficiale del governo Usa, riporta uno studio su Spazio verde di quartiere e salute in un grande centro urbano“. Questa ricerca condotta su Toronto del team dell’Università di Chicago, guidato da Omid Kardan, recita:“Scopriamo che avere 10 alberi in più in un isolato, in media, migliora la percezione della salute in modi paragonabili a un aumento del reddito personale annuale di 10.000 dollari, o ad essere 7 anni più giovane”

Corsera: studi dimostrano che la vista di dieci alberi accelera guarigione e riduce antodolorifici.

La pubblicazione scientifica americana porta la data del 2015, ma gli studi si sono ampliati e i risultati pubblicati il 17 novembre scorso dal Corriere della sera:“Si è dimostrato che la vista di alberi dal letto dell’ospedale accelera i tempi di guarigione del 18 per cento, riduce del 22 per cento l’uso di antidolorifici, e del 55 per cento il livello di stress acuto durante il ricovero”. Bastano quindi 10 alberi vicino casa per sentirsi più ricchi e in forma, e se poi si trovano davanti la finestra ci si ammala meno o si guarisce prima. Triberio, Contento, Suppo e Blanco “invitano la cittadinanza a partecipare a un incontro pubblico per discutere la questione, raccogliere firme e proporre soluzioni condivise, con l’obiettivo di tutelare l’ambiente e gli interessi della comunità”. Perché tagliare un albero alla fine è come svuotarsi le tasche e perdere un posto letto ospedaliero. Così fra rigenerazioni urbane con la motosega, Imu e tasse comunali ai massimi di legge, e reparti da sopprimere al Muscatello, agli augustani resta altro: strade più larghe, piazze spoglie ma riqualificate con aree per sagre e spettacoli, e picchi di benzene che in un giorno hanno raggiunto le emissioni di un anno. E che secondo il servizio di monitoraggio Nose non si sa nemmeno da dove vengono, perché “quel giorno non c’era vento”.

Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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