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Augusta, sentenza Tar shock: scuola Todaro tolta col sì del sindaco

AUGUSTA – Non è che prima voti il piano che cancella una tua scuola, e poi vai a ricorrere al Tar quando la Regione te la sopprime di conseguenza. Perché allora non solo la bocciatura è scontata, ma la tirata d’orecchie nelle motivazioni diventa inevitabile. La lezione arriva dal Tribunale amministrativo di Palermo, con la sentenza che rigetta come infondato il ricorso del Comune di Augusta per salvare la “Salvatore Todaro”. Il dispositivo pubblicato il 29 luglio non lascia scampo all’istituto, accorpato a viva forza nonostante avesse i requisiti oggettivi per sopravvivere. A condannarlo senza appello, secondo i giudici della Seconda sezione è stato paradossalmente proprio Giuseppe Di Mare, quando la scuola augustana si è ritrovata sacrificabile insieme alla Sant’Alessandra di Rosolini per far sopravvivere quelle di Canicattini Bagni e Ferla. “Tale ultima proposta venne approvata dalla conferenza provinciale, anche con il voto favorevole del sindaco di Augusta, dice la sentenza. Per il collegio giudicante, quanto riportato a “pagina 9 del predetto verbale, è decisivo per tagliare le gambe a qualunque opposizione in sede giudiziaria. “Sicché l’Assessorato  regionale, almeno per quanto riguarda la soppressione dell’Istituto Todaro, si è limitato a ratificare la proposta tecnica elaborata dall’amministrazione scolastica ed approvata dagli altri enti partecipanti alla Conferenza provinciale”. La motivazione del pronunciamento è diventato subito un caso politico, sollevato dal capogruppo consiliare Pd, Giancarlo Triberio. Perché il primo cittadino Fdi si era pubblicamente stracciato le vesti dopo la soppressione, prendendosi quattro avvocati e impugnando il decreto. Per sentirsi sancire in giudizio che “il motivo di censura non ha pregio perché, nel dolersi degli strumenti pianificatori di cui si tratta, la parte ricorrente si è limitata a fornire meri indizi”. Nonostante il verbale di Conferenza provinciale dove cercava di salvare il Comprensivo della Borgata (nella foto in copertina, il plesso del Costa).

Il verbale della Conferenza provinciale.

Pd, Triberio: ennesima presa in giro, Di Mare si muove solo per interessi di pochi.

In definitiva, fanno capire i giudici rilevando persino la citazione sbagliata di un articolo di legge, è sembrato piuttosto un ricorso al Tar fatto tanto per farlo. Una “evidente presa in giro orchestrata da Di Mare, la definisce invece Triberio, senza mezzi termini. Parlando di “giochino che ormai nostro malgrado assistiamo costantemente nelle sue dichiarazioni, quando dice una cosa ma in realtà ne ha fatto e fa l’opposto”. Nel suo comunicato diffuso il 2 agosto, avanza  anche un sospetto al vetriolo. Il consigliere fa riferimento alle manifestazioni imbottite di popstar foraggiate dalla Regione. E alla subitanea sospensione della missione dei tre ispettori appena nominati sulle pratiche edilizie più controverse, arrivata dopo un semplice colloquio con l’assessora regionale Elena Pagana. “Nel frattempo altri Comuni hanno vinto la loro battaglia in difesa del territorio, riuscendo a mantenere i loro Istituti anche con minor numero di alunni”, sottolinea l’esponente democratico. Infatti c’è chi la sua scuola l’ha salvata al Tar, nonostante un numero di alunni inferiore alla Todaro, grazie a una linea coerente sostenuta in tutte le sedi.  Si tratta dell’amministrazione netina, e la stessa Seconda sezione spiega la differenza col ricorso di Augusta. “È tuttavia evidente che, nel caso di specie, l’avversata soppressione dell’Istituto comprensivo Aurispa di Noto è stata adottata non solo in difformità dalle risultanze della precedente istruttoria condotta col pieno coinvolgimento degli altri Enti locali interessati, ma disattendendo la proposta tecnica che la stessa amministrazione scolastica aveva presentato in conferenza provinciale e, soprattutto, senza rendere minimamente conto delle ragioni di una scelta che, in definitiva, oblitera totalmente gli esiti del confronto istruttorio”.

Replica Di Mare: consigliere bugiardo seriale, mia opposizione è a verbale.

La sentenza del Tar su Noto.

La conclusione del capogruppo dem è graffiante. “La gestione del caso Todaro è solo l’ennesimo esempio di una lunga serie di fallimenti dell’amministrazione a trazione Fratelli d’italia, che dimostra incapacità di affrontare e risolvere i problemi in modo efficace e trasparente quando si tratta del bene comune, mentre invece è sempre pronta a battagliare e a viaggiare a Palermo per difendere gli interessi dei pochi”. Di Mare non ci sta, e replica a mezzo stampa con ferocia. “Il bugiardo seriale del Pd continua nella saga delle menzogne per provare ad accaparrarsi consenso in malafede”, dichiara a Webmarte. Aggiungendo che “lo sanno tutti che grazie al mio intervento i sindaci avevano proposto proprio il mantenimento della Todaro, poi ribaltata dal provveditore e non votata da me ed invece votata da altri che magari lui conosce”. Il sindaco sfida l’oppositore a un confronto pubblico sull’argomento. “Nessuna lezione da chi in malafede ha aperto la campagna elettorale, sono pronto carte alla mano, martedì all’orario che stabilisce il consigliere, a mostrare dinanzi alla stampa chi ha detto falsità indegne”. Il sindaco sostiene la sua indignazione col verbale della Conferenza provinciale datato 17 novembre, dove i suoi colleghi di Melilli, Avola e Siracusa votano contro la compensazione con Todaro riprendendone le argomentazioni. Eppure il Tar di Palermo ha considerato quel voto come un via libera arrivato dallo stesso primo cittadino augustano. La sentenza infatti ritiene la sua proposta di salvarsi la scuola insieme a quelle nei paesi iblei, che “in quanto ricadenti in zona montana mantenessero l’autonomia senza procedere a compensazione”, non era una reale opposizione al piano dei tagli. Scrivono infatti i giudici che Di Mare “si limitò a auspicare a verbale”.

La sentenza del Tar su Augusta.
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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista
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