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Augusta, no McDonald’s: il Comune la “fa pagare” agli ambientalisti

AUGUSTA – Pugno duro dell’amministrazione contro gli ambientalisti che si mettono di traverso. “Chiederemo fino all’ultimo centesimo”, aveva promesso il sindaco Giuseppe Di Mare, lo scorso 30 settembre. E così è stato, dopo la sentenza del Tar sul “McDonald’s Augusta” nel palmeto comunale. Nel giro di due settimane, il Comune ha chiesto e ottenuto il pagamento delle spese per il ricorso respinto. Aveva stanziato 10 mila e 500 euro, sopra la media delle tariffe praticate a un privato, per difendersi con un avvocato esterno. Ne ha recuperati 2.990 dalle tasche di Natura sicula, ininfluenti a pareggiare il bilancio municipale, ma sufficienti a mandare un segnale. Perché ha svuotato la casse dell’associazione senza scopi di lucro, che si regge solo sulle quote dei soci. E che per affrontare i costi di quel giudizio, ancora una volta avevano dovuto autotassarsi. La rivincita della “Città” sulla cittadinanza attiva dissidente, però ha compattato il fronte ecologista. Legambiente e il comitato Punta izzo possibile si sono aggregati alla onlus, sconfitta in primo grado solo per “carenza di legittimazione” a opporsi. Sostenendola nell’appello al Cga, anche attraverso una colletta fra “tutti i cittadini che vorranno contribuire alla difesa dell’area verde, tra corso Sicilia e via Aldo Moro”. L’iniziativa sarà presentata il 12 dicembre, alle 17,30, nell’auditorium di palazzo San Biagio. “Sarà occasione per discutere le iniziative volte a scongiurare la cementificazione, chiedendo la riqualificazione fruibile da tutti”, spiegano nel comunicato del 7 dicembre.

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Natura sicula, Legambiente e Punta izzo possibile: insieme per difendere diritto di opporsi al Tar.

Fabio Morreale.

La conferenza vedrà relatore il naturalista Fabio Morreale, presidente della onlus. Insieme all’avvocato storico di Legambiente, Paolo Tuttoilmondo, e al dirigente regionale Enzo Parisi. Per il comitato parlerà invece il portavoce Gianmarco Catalano. “Verranno esposte le ragioni del ricorso in appello, che vanno molto oltre l’opposizione giuridica a un fast food americano dove c’è un giardinetto comunale da recuperare. Infatti la sentenza del tribunale amministrativo di Catania riporta indietro l’orologio della storia, proprio quando la tutela dell’ambiente è un dovere costituzionale per lo Stato, e per le istituzioni in cui si articola. Infatti il Tar nega a Natura sicula, con sede a Siracusa ma da sempre molto attiva in tutta la provincia, un interesse legittimoa opporsi alle scelte urbanistiche. In sostanza, riconosce il diritto di impugnare le delibere del Comune solo ai proprietari dei terreni confinanti, o ai soggetti direttamente interessati sul piano patrimoniale. Ma tagliando fuori le associazioni ecologiste locali, condannandole persino a pagare le spese a Enti che maneggiano quelle somme come bruscolini, si indebolisce chi si intesta le battaglie sui beni comuni. Che i singoli “disinteressati” non possono né iniziare economicamente, né tantomeno vincere contro studi legali ben attrezzati e altrettanto pagati.

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Sondaggi della società nel palmeto: e il Comune stanzia 19 mila euro per lo studio del sottosuolo.

Il campione fotografato da Natura Sicula.

La questione del McDonald’s sponsorizzato dal Comune è perciò andata oltre il semplice scontro di idee, diametralmente opposte sul concetto di “verde pubblico“. Si è trasformata nella linea del Piave per la difesa dei portatori di interessi collettivi. A rendere l’intera vicenda ancora più emblematica, é il possibile disinteresse della multinazionale americana a concludere l’affare. Nonostante il vantaggioso affitto trentennale a 3 mila euro netti mensili, e la possibilità di girarlo alla sua controllata di Catania, che gestisce tutti i fast food di Sicilia e Calabria. Lo schema di convenzione siglato con l’amministrazione prevede infatti che “la società attuatrice è autorizzata all’esecuzione dei sondaggi geologici ed ambientali, e che la stipula è subordinata all’esito favorevole delle suddette indagini”. Avvertendo che “in caso di esito negativo, sarà liberata da ogni obbligo”. Ma il 12 marzo, Natura sicula ha fotografato nel palmeto un campione indisturbato di sottosuolo prelevato a 9 metri di profondità, etichettato da una srl catanese specializzata in indagini geognostiche. E il 2 settembre, quando il ricorso al Tar era in via di giudizio, l’amministrazione ha disposto uno studio geologico ai fini della verifica parametri del sottosuolo”. Stanziando 19 mila euro per affidarlo a un geologo augustano, e prelevando la somma “dal fondo di riservadel sindaco, espressamente riservato allespese non prevedibili“.

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Appello al Cga: crowfunding “a difesa del palmeto” all’Iban IT13H0200817102000300751418.

Il palmeto da estirpare in corso Sicilia per fare posto al fast food americano.
copertina, immagine pubblicitaria dal sito della McDonald’s Usa.

Il sospetto degli ambientalisti è che il laboratorio incaricato dalla società abbia trovato materiale sotterrato, che necessita di essere bonificato dall’Ente proprietario. “Faremo questo regalo alla città”, aveva detto Di Mare parlando della panineria alla moda, e dando come imminenti i lavori dopo la sentenza favorevole. Ma la “Città” degli eventi generosamente sponsorizzati, rischia che il tempio del panino ipercalorico si trasformi in un dono “indigesto”. Restituito sotto forma di un crowdfunding popolare, che dietro l’Iban IT13H0200817102000300751418 e la causale a difesa del palmeto“, può catalizzare il dissenso contro la virata muscolare dell’amministrazione. “Sarà comunque garantito l’anonimato, anche laddove dovesse trattarsi di contributi brevi manu“, sottolinea Catalano. Una puntualizzazione necessaria “a tutela in particolar modo di tutti coloro che, pur sostenendo la causa civica, non ritengano opportuno esporsi pubblicamente”. E in tempi di caro-bollette, col reddito di cittadinanza che il governo intende sforbiciare scaricandolo ai Comuni, c’è pure da capirli.

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Massimo Ciccarello
Giornalista professionista

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