Augusta, no a Campo largo sfascia Sud chiama nord: addio da La Ferla e Raina ERROR404.ONLINE di Massimo Ciccarello Scritto domenica, 13 Ottobre, 2024 09:07 Ultimo aggiornamento domenica, 2 Febbraio, 2025 18:20 AUGUSTA – Ciccio La Ferla saluta e se ne va di nuovo. È durata lo spazio di un’estate, l’ultima avventura politica del consigliere comunale di Augusta. Il 13 ottobre ha mollato anche Sud chiama nord, per “la totale mancanza di interlocuzione”. Eletto con i “100” a sostegno della sindacatura Giuseppe Di Mare, aveva lasciato la maggioranza un anno dopo, in aperto dissenso con il radicale snaturamento della coalizione civica. Dopo un interludio nel gruppo consiliare 5 Stelle, a giugno si era staccato anche da questo, facendolo sparire dalla conferenza dei capigruppo per mancanza del numero minimo di componenti. Dopo pochi mesi ora saluta pure il movimento di Cateno De Luca, per “guardare con attenzione i movimenti civici, e le forze sane che fanno capo a partiti in contrapposizione a questa destra fallimentare”. Insieme all’irrequieto ingegnare civile, sbatte la porta di Scn anche il coordinatore cittadino di Augusta vera, Aldo Raina. Iniziando entrambi un nuovo percorso, che dovrebbe portare a un fronte anti-Di Mare per comunali 2025. Probabilmente in sintonia con il progetto politico che il 26 ottobre lancerà Domenico Tringali, ex segretario cittadino dell’Udc, tornato protagonista nel dibattito d’opposizione con la sua penetrante satira nella pagina Facebook “l’Edicolante”. Consigliere comunale e coordinatore Augusta vera se ne vanno per troppi silenzi. Cateno De Luca ad Augusta.copertina, al centro Ciccio La Ferla fra pentastellati Uccio Blanco e Roberta Suppo. Nel comunicato di addio a De Luca, rivendicano il notevole risultato per Strasburgo registrato in città dal vulcanico “sCateno”, nonostante i guai di salute che ne hanno azzoppato la corsa. “Il nostro gruppo di tesserati ha dimostrato, in poche settimane di campagna elettorale, di conseguire un risultato di tutto rispetto con 550 preferenze in una competizione con il 30 per cento di votanti”. La Ferla e Raina parlano di “grande delusione”, e di “lunga riflessione alla luce di recenti vicende e posizioni non condivise”. Lamentano l’assenza di “una fase di coordinamento che purtroppo non c’è stata”, con l’ala storica dei deluchiano facente capo a Marco Bertoni. Indicano una serie di istanze in tema ambientale, su cui i dirigenti regionali si erano impegnati anche con don Palmiro Prisutto. “Purtroppo subito dopo le europee è calato il silenzio, e nonostante le sollecitazioni fatte per avere un incontro con il leader la risposta è stata e rimane il silenzio”. La crisi augustana dopo la svolta a Pachino di Scn verso il centrodestra. Domenico Tringali. Nell’elenco delle recriminazioni figura lo “schieramento del partito alle amministrative di Pachino”, dove “ha sostenuto una candidatura vicino a Forza Italia, e quindi del centrodestra”. Un’operazione targata Edy Bandiera, che in linea coi rumors a Palermo ha allarmato gli augustani circa un cambio di fronte sul balbettante tentativo di Campo largo con Pd e 5s. “Anche qui abbiamo chiesto rassicurazioni che ad Augusta potessimo avere libertà di decidere: purtroppo un nulla di fatto, ossia silenzio”. Così, il coordinatore cittadino e il consigliere comunale “non intendono più proseguire nel progetto che si dichiarava antisistema, a cui noi tutti avevamo fermamente creduto”. E si preparano a ripartire da zero, per schierarsi in fronte comune che faccia argine alla mega-coalizione in allestimento attorno al sindaco di Fratelli d’italia. L’agilità della lista civica mette in risalto l’impasse che sta caratterizzando i due pilastri del campo largo. I democratici non hanno nemmeno provveduto a rinnovare la segreteria scaduta da mesi, nonostante il malessere per l’ignavia verso l’amministrazione Fdi-Mpa–Lega-Fi, che l’ha caratterizzata. I pentastellati sono in attesa di capire come finirà fra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, nella resa dei conti su alleanza coi dem si o no. E anche i superstiti augustani del grillismo non hanno nascosto che la naturale prosecuzione dell’intesa col Partito democratico, rodata in 4 anni di opposizione consiliare, potrebbe infrangersi contro la disciplina di partito. Col rischio che alla fine, contro la destra che “abbatte gli alberi secolari, autorizza discariche di rifiuti pericolosi e si spende ingenti somme per feste paesane”, l’unica alternativa resta la satira mordace. 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