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Un appello per Napoli e per Luigi De Magistris

Ultimo aggiornamento venerdì, 28 Aprile, 2017   18:37

Da molti componenti del centro-sinistra napoletano, arriva un appello per Napoli e per Luigi De Magistris dopo l’annunciata candidatura a sindaco della città partenopea.

Da alcuni mesi attraverso una discussione pubblica in città abbiamo sollecitato l’aggregazione di uno schieramento politico e sociale in grado di determinare le condizioni adatte per la presentazione di una lista elettorale alle prossime elezioni comunali nella città di Napoli.

In collegamento e continuità politica con le nostre pratiche quotidiane di lotta nei posti di lavoro, nelle scuole e nei territori, abbiamo immaginato e stiamo costruendo una proposta elettorale autonoma ed indipendente dal centro-sinistra e dalla lunga stagione del bassolinismo e dei suoi epigoni. Una proposta necessaria se davvero vogliamo ostacolare le destre, il berlusconismo e il complesso delle politiche antisociali che, dopo i guasti provocati dalla disastrosa esperienza del centrosinistra in Campania e a Napoli, si preparano ad espugnare Palazzo San Giacomo.

In conseguenza, l’annunciata candidatura a Sindaco di Napoli di Luigi De Magistris ci spinge ad alcune considerazioni che reputiamo utili rappresentare in forma pubblica per favorire la chiarezza indispensabile verso la possibile aggregazione di un ampio arco di forze collettive ed individuali che non vogliono accettare passivamente di rimanere sepolti dalle macerie del centro-sinistra napoletano.

  1. Al di là delle rituali dichiarazioni di discontinuità con il lungo ciclo del centro-sinistra napoletano non abbiamo colto, negli annunci di De Magistris, quegli elementi programmatici concreti che costituirebbero nei fatti, una autentica discontinuità con gli anni di Bassolino e Iervolino. In particolare nelle espressioni di intento di De Magistris manca la volontà di destrutturare le pratiche clientelari di massa che, nel corso del tempo, sono state sempre più il cemento del potere espressosi e conferito al centrosinistra napoletano. Tali pratiche clientelari, oltre a scoraggiare la possibilità di un’autonoma mobilitazione popolare per una città diversa, hanno dato spazio ai trasformisti ed ad interessi con potentati criminali che, dopo essere allignati nel cono d’ombra dell’amministrazione Iervolino, proprio in queste ore ne celebrano la sconfitta.

  2. Sul terreno delle grandi ed importanti scelte in materia di rifiuto netto alla costruzione di inceneritori, di opposizione intransigente agli apparati affaristico-speculativi, anche di chiara matrice criminale, che agiscono nell’area metropolitana e di incompatibilità con le politiche di privatizzazione ed esternalizzazione, in particolare nei riguardi del welfare municipale, non abbiamo ascoltato proponimenti chiari e trasparenti che sanciscano un punto di rottura e di inversione di tendenza qualificante con i provvedimenti adottati negli ultimi anni.

  3. Sulla indispensabile difesa dei suoli di Bagnoli contro la “nuova” e “vecchia” speculazione ancora oggi in atto, sull’importanza di dichiarare, finalmente, il porto ed il golfo di Napoli zona denuclearizzata e smilitarizzata, sul contrasto al partito trasversale del cemento e del saccheggio del territorio non ci sembrano siano state avanzate proposte e, soprattutto, siano stati espressi giudizi di incompatibilità nei confronti delle forze e dei partiti legati a queste vicende.

  4. Sulla vicenda dell’acqua pubblica, partendo dalla possibile reintroduzione di Aziende Municipalizzate e trasformando in tal senso l’ARIN, nessuna parola è stata detta, forse perché egli è condizionato dall’ambigua presa di posizione presa da IDV lungo tutta la vicenda referendaria.

  5. Sulla vicenda del verminoso intreccio bipartisan in materia di gestione dei rifiuti nella nostra Regione, con coinvolgimento della camorra casalese e dei servizi segreti, denunciato da Raffaele Cantone sul Mattino di domenica scorsa, nulla dice al momento De Magistris.

Abbiamo, infatti, la fondata preoccupazione che, grazie al dispositivo elettorale vigente, ciò che pure, se si dichiara agli inizi della campagna elettorale, possa essere depotenziato o addirittura stravolto in caso di ballottaggio al secondo turno, in nome di una realpolitik che dovrebbe condurre, anche il candidato De Magistris, a stipulare accordi al ribasso con il Partito Democratico e con gli uomini di Bassolino, di De Mita, di Mastella e di Fini.

A chi, però, ci invita, fuori tempo massimo, ancora una volta, alla sciagurata logica del “meno peggio” o della “riduzione del danno”, in nome del pericolo delle destre che potrebbero insediarsi anche a Palazzo San Giacomo, facciamo notare che ogni volta che questa strada è stata percorsa, a Napoli come altrove, ha prodotto danni rilevanti non solo alle prospettive generali di riscatto e di emancipazione sociale, e non ha portato a risultati concreti per i ceti popolari nemmeno sul terreno delle rivendicazioni immediate.

Si pone, dunque, il tema politico della conseguenzialità tra ciò che si dichiara, spesso genericamente, e la cruda realtà delle scelte e dei comportamenti politici e pratici prima, durante, e dopo la campagna elettorale.

Oltre il teatrino della politica c’è una Napoli che non si piega!

Esiste al di là del teatrino della politica, come si è vergognosamente rappresentato con le recenti Primarie e con la tragica consunzione di queste ore dell’Amministrazione Iervolino, una “Napoli che non si piega”.

Una Città Reale fatta di studenti e studentesse che reclamano futuro, di comunità popolari che difendono il proprio territorio dalla devastazione ambientale e speculativa, di lavoratori e lavoratrici che lottano per non perdere il proprio posto di lavoro, di precari e precarie che reclamano reddito e salario, di comitati per i beni comuni e di quartiere impegnati nella tutela dal basso della cosa pubblica e di semplici cittadini e cittadine che con piccoli gesti quotidiani si oppongono allo stato di cose presenti.

Una “Napoli che non si piega” nonostante le dure condizioni di vita che la crisi economica e sociale impone e che vuole ricostruire, con dignità, partecipazione e senza trasformismi, le condizioni per una rappresentanza, anche nei consessi amministrativi, degli interessi dei ceti popolari.

Una “Napoli che non si piega” perfettamente in grado di esprimere una autorevole, significativa candidatura a Sindaco di Napoli, di un donna, o un uomo, non solo onesto sul piano personale e morale, ma pure coerente e non ricattabile sul piano della politica e dell’etica pubblica. Ciò avverrà nei prossimi giorni, a seguito delle assemblee che stiamo tenendo nella città su tutti i temi, e non utilizzando meccanismi demagogici, plebiscitari, ed ormai già consunti, quali le primarie.

Con queste premesse, non formali ma sostanziali, siamo disponibili al confronto e alla discussione in direzione di un rafforzamento della battaglia per l’alternativa e la rinascita di Napoli.

E'costiera
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