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L’arrivo dei Normanni nel Sud Italia, un mistero che intriga

Hanno davvero ragione le varie cronache, più o meno contemporanee ai fatti, relative al primo arrivo dei normanni nel Meridione d’Italia nel 1016/1017? Il problema storiografico non è stato ancora risolto. A noi, comunque, piace ricostruire gli episodi narrati dagli scrittori Amato di Montecassino, Lupo Protospatario, Leone Marsicano, Orderico Vitale, Rodolfo il Glabro, nonché dagli Annales Beneventani.
Un gruppo di quaranta pellegrini normanni si recarono a Gerusalemme in visita al Santo Sepolcro, dopo aver fatto sosta nella grotta di S. Michele Arcangelo sul Gargano. Tornarono, poi, molto probabilmente su di una nave amalfitana: infatti in quel tempo spesso gli amalfitani trasportavano pellegrini diretti a Gerusalemme, che sbarcavano a Giaffa, per poi riprenderli al ritorno dall’Egitto e da Creta, dove si erano recati per affari.

Una raffigurazione degli antichi Normanni

Così i quaranta normanni, sbarcati ad Amalfi, seppero della notizia dell’assedio saraceno al quale era sottoposta Salerno. Le orde islamiche avevano dapprima devastato Agropoli e Capaccio e, quindi, avevano assediato Salerno per terra e per mare. I saraceni non avevano più ricevuto il tributo che i salernitani erano costretti a versare loro ogni anno, per cui avevano deciso di attaccare la città. L’aggressione saracena era diretta all’intera parte continentale del Meridione, con una forza irresistibile di ventimila uomini. I pellegrini normanni, che secondo Orderico Vitale erano cento ed erano guidati da un certo Drogo, chiesero cavalli e armi al principe Guaimario di Salerno, che glieli fornì; quindi attaccarono i saraceni mentre questi erano intenti a pranzare accampati sulla pianura ad est della città. I musulmani furono sconfitti: molti morirono, altri salparono sulle navi e altri ancora si dispersero per le campagne. I guerrieri nordici recuperarono una grande refurtiva, composta da oggetti d’oro e d’argento. Il principe offrì loro copiosi doni, pregandoli di rimanere a Salerno per difenderla da altri attacchi saraceni. Ma essi stabilirono di far ritorno per Natale nella loro patria. Allora Guaimario ottenne di inviare con loro una delegazione salernitana, insieme a limoni, mandorle, noci, confetture, palli imperiali, strumenti di ferro ornati d’oro, tutti prodotti non noti nel Nord Europa.
Ulrich Schwarz sostiene che questo attacco saraceno alla città di Salerno sarebbe avvenuto nel 999; in quella circostanza i saraceni avrebbero catturato i duchi di Amalfi, riscattati mediante il pagamento di un forte riscatto. Quest’ultimo episodio avvenne realmente, come prova un documento amalfitano del 1009, ma probabilmente esso è da riferire al luglio del 1002 e relativo soltanto ad Amalfi.

Piazza Armerina, il Palio dei Normanni

Rientrati in patria i pellegrini normanni, accadde un fatto increscioso: il visconte Guglielmo Repostello stuprò la figlia di Osmundo Drengot, per cui Gisilberto, fratello di quest’ultimo, lo precipitò da una rupe. Allora il duca Roberto (1027-1035) o piuttosto Riccardo (996-1026) condannò i fratelli Drengot. Così Osmundo, Gisilberto, Rainulfo, Asclettino e Lodulfo radunarono un centinaio di compagni e, insieme alla delegazione salernitana, scapparono in Inghilterra. Non trovando lì un’adeguata accoglienza, tornarono sul continente e, convinti dai salernitani, stabilirono di scendere a Sud. Furono accolti a Roma, dove il pontefice Benedetto VIII, che aveva saputo della loro impresa contro i saraceni, li invitò a sostenere la rivolta antibizantina di Melo in Puglia. Vennero, poi, a Capua o a Benevento, accolti benevolmente dal principe Pandolfo, dove incontrarono Melo e stabilirono con lui un progetto militare per attaccare i bizantini nei centri pugliesi. Insieme a Melo portarono la guerra in quelle terre.

Nel campo di Arenula, piccola valle sulla sinistra del Fortore e poco ad ovest del ponte di Civitate, i normanni affrontarono due volte i greci, i quali, benchè avessero schierato i più forti combattenti, furono sconfitti. Allora l’imperatore di Bisanzio inviò un più numeroso esercito, combattendo altre tre battaglie, tutte vinte dai normanni. Così Argiro Melo potè trionfare nella sua regione.

Questi episodi sarebbero accaduti nel maggio del 1017. Tredici anni dopo Rainulfo Drengot otteneva dal duca di Napoli la contea di Aversa, poiché lo aveva aiutato a rientrare nella sua città occupata da Pandolfo IV di Capua: da questo avvenimento comincia la vera e accertata storia dei normanni nel Sud, che raggiunse il culmine con la fondazione del Regnum Siciliae da parte di Ruggero II Altavilla la notte di Natale di cento anni dopo.

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