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Casertavecchia, indietro nel tempo con la sua storia medievale

Ultimo aggiornamento sabato, 1 Dicembre, 2018   20:57

Se si arriva a Casertavecchia in contemporanea con la sfilata del corteo “Alla corte dei Lauro”, si può essere colti da una sensazione improvvisa di un “viaggio nel tempo”. E in fondo così è anche in giorni normali, quando si decide di salire lungo tornanti, fino in cima al borgo medievale che si trova sui Monti Tifatini, a dieci chilometri da Caserta. Basta attraversare l’arco di via Torre, conosciuto storicamente come Arco di Sant’Andreaera stato distrutto nel 2014 da un mezzo adibito alla raccolta dei rifiuti, e dopo tre anni ricostruito con i pezzi superstiti – e notare come questo antico borgo abbia ancora intatte le sue caratteristiche architettoniche (anche se purtroppo si notano dei “corpi estranei” costruiti nel corso del tempo).

Casertavecchia, la rievocazione medievale

Da questo tratto in poi c’è tutto un susseguirsi di ristoranti, bar, negozi di antiquariato che propongono tipicità (l’antica paposcia, cioè il panuozzo) e “spiritelli”, diventati il simbolo del borgo, grazie alla presenza per tanti anni di un’artista tedesca, Ursula Pannwitz che qui visse e divenne promotrice di diverse iniziative culturali, facendo conoscere anche all’estero Casertavecchia. Nella sua casa-laboratorio iniziò a produrre dei piccoli folletti in ceramica, ripresi poi anche da altri artigiani locali: un piccolo vaso dipinto con il coperchio di legno, al cui interno si mette un foglietto con un desiderio.

Casertavecchia, alcune dame alla rievocazione medievale

Nel libro di Lidia Luberto “La casa delle bifore” (Guida Editori) si racconta la figura di Ursula Pannwitz, donna dal forte carisma che ha animato per oltre trentanni questo borgo, decidendo di trasferirsi qui definitivamente. Un luogo ha sempre il suo mentore, e sicuramente questa artista ha lasciato molto di sé qui. Intorno al campanile dallo stile pre-gotico, con la sua cattedrale dedicata a San Michele Aracangelo, si è sviluppato il centro storico che conserva ancora le suggestioni del passato con la torre che risale alla dominazione sveva nel XIII secolo, e con la cinta muraria che corre lungo il perimetro dell’antico abitato.

L’arco di accesso al borgo di Casertavecchia

La sua storia viene ricordata anche grazie ad una rievocazione medievale “Alla corte dei Lauro” (la famiglia Sanseverino, detta dei Lauro) che vede la località tifatina animata grazie ad associazioni locali. In abiti d’epoca, molti realizzati con stoffe provenienti da San Leucio, sfilano dame e cavalieri, musicisti, sbandieratori, arcieri e balestrieri. Ed è grazie ai volontari del Servizio Giovanile che curano il castello, tanto da tenerlo aperto con cadenza settimanale permettendo così di visitare anche la Torre dei Falchi. Questi borghi sopravvivono grazie a tanti volontari che si prodigano per fare in modo che interi territori e monumenti non si abbandonino.

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