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“Benvenuto in Costiera, ma sa come si vive qui”? Gli stagionali scrivono a Gentiloni

Ultimo aggiornamento venerdì, 21 Aprile, 2017   11:57

Oltre alle bellezze, alla storia e alla cultura, si è mai chiesto come vive un cittadino della Costiera Amalfitana?”. Una lettera dei lavoratori stagionali del comparto turistico al premier Paolo Gentiloni mette a nudo tutte le “frustrazioni” di gran parte dei lavoratori della Costiera amalfitana.
Quelli che si trovano proprio a contatto diretto di personaggi come il capo del governo (in visita privata ad Amalfi) e che gode dei “servigi” di chef, camerieri, baristi, autisti, portinai, pasticcieri, guide turistiche. L’Associazione nazionale lavoratori stagionali (Anls) si fa sentire proprio durante Pasqua, che dà di fatto l’avvio alla stagione turistica, chiedendo di rivedere la riduzione dei mensili di disoccupazione (assegni passati da 6 a 3) e che ha impoverito l’intero comparto che si trova ad affrontare sei mesi di restrizioni economiche.
Come ANLS (Associazione nazionale lavoratori stagionali) Costa d’Amalfi ci teniamo affinché Lei sappia che gli operatori che Le sono a stretto contatto, sono votati a una vita ”stagionale”, legata esclusivamente al periodo lavorativo più  intenso, periodo che per ragioni territoriali è appunto soggetto alle stagioni – scrivono i lavoratori – Durante la bella stagione, l’enorme afflusso di turisti, ci sottopone a ritmi intensivi: c’è chi lavora anche più di 12 ore al giorno, senza giorno di riposo. Poi i turisti vanno via, e tutto chiude, non c’è più lavoro, e purtroppo non esiste alternativa alla disoccupazione e, come da noi in moltissime località d’Italia, dove il turismo è una delle principali fonti di reddito”. Un paradosso per un territorio come la Costiera amalfitana che ha grandi e lussuosi alberghi, e che anche un tre stelle o un bed and breakfast, può “vantarsi” di essere proprio lì, in quella”cartolina del desiderio” per molti turisti e che solo (anche) per questo, una stanza te la fanno pagare un bel po’.
Dopo la riforma che ha visto l’Aspi diventare Naspi – sottolineano i lavoratori – nonostante i frequenti contatti con il precedente governo, non si è voluto tenere conto della richiesta di costituire una diversa ‘disoccupazione’ per la nostra categoria, come già avviene per il settore agricolo. E molte famiglie si sono viste dimezzare nella durata l’assegno. I nostri inverni, e quelli dei nostri figli, sono diventati un difficile lungo percorso di sopravvivenza, ogni bolletta un dramma. Inutile sottolineare come questo sia andato a ricadere, con un tragico effetto domino, sulle poche realtà del territorio ad andamento annuale, perché se non si ha lo stretto necessario per vivere anche al supermercato si comprerà il minimo, solo per fare un esempio”.
La Costiera amalfitana è così la terra dei paradossi: divisa tra una stagionalità dove c’è anche il superfluo (turisti da tutto esaurito, un’economia che gira, traffico eccessivo) e un’altra dove emergono le difficoltà (disoccupazione, attività che chiudono per poi riaprire, isolamento anche fisico). Ben vengano quindi queste “discussioni” inerenti il precariato stagionale in un’area ad alta vocazione turistica e che da decenni sta parlando di “destagionalizzazione” senza alcun risultato. Forse anche perché agli stessi albergatori conviene fare il minimo indispensabile per poi “godere” dei frutti accumulati?
Eppure il comparto turistico, che trae vantaggi evidenti grazie a chi lavora tutto l’anno nell’agricoltura, potrebbe magari (anche durante mesi di invernali) dare una mano nel mantenere integro il territorio con i suoi terrazzamenti che un po’ alla volta si stanno abbandonando, con conseguenze che fra qualche anno si vedranno.
Ma cosa potrebbe fare per questo territorio, chi gestisce alberghi, ristoranti, bar? Magari già comprando prodotti locali (ad iniziare dai limoni per finire agli ortaggi) e sostenendo (con varie forme) i contadini nel mantenimento dell’integrità del paesaggio.
Occorrerebbe che tutti riconoscessero un senso di appartenenza totale a questa terra. E non solo pensare a “quanti soldi intascare” ad ogni stagione turistica. Per poi “chiudere” e lasciare nell’abbandono anche gli stessi lavoratori stagionali che si vedono giustamente “sfruttati” (dai datori di lavoro e da un governo sordo alle loro richieste). Il tema della “stagionalità” andrebbe visto nella sua interezza. Intanto un’altra estate è alle porte, con tutte le sue irrisolte problematicità.

 

Nella foto: Paolo Gentiloni con alcuni lavoratori stagionali della Costiera amalfitana (foto tratta da Facebook)

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